Friday, May 8, 2009

Le parole dell'immagine



Piccolo esperimento di interpretazione radicale
Che cosa accade quando due persone, due mondi diversi, forse incommensurabili, s’imbattono l’uno nell’altro? Può accadere che ci si comprenda, e il mondo (dell’uno e/o dell’altro) non è più lo stesso. (Oppure no).
Ma come? Quali meccanismi possono scattare nel corto circuito tra due linguaggi diversi? (Quello delle parole – a spezzoni, quotidiane e ricercate, pubbliche e private, illustri e sconosciute – e quello dell’immagine pura, anche se tecnicamente mediata, in cui la manipolazione coincide con la sua purezza espressiva).
Un’interazione di cui, tuttavia, prova a essere ora invertita la ‘gerarchia’. Un ben consolidato pregiudizio ‘logo-centrico’ può farci pensare che il bandolo della matassa interpretativa possa essere tenuto in mano innanzitutto dalla verbalità: di solito ciò che è più immediatamente sensoriale viene compreso, in quanto interpretato, da un testo scritto, descrittivo, argomentativo. Qui ci si proverà nel contrario.
Qui abbiamo provato cioè a invertire questa più quotidiana direzione (dall’immagine alla parola), per vedere se e come l’immagine fotografica possa aprire un nuovo senso, o chiuderlo. Come possa una foto “interpretare” la parola – parole amiche, remote, confidenziali, opache, famigliari, straniere. Come possa tradurle in un linguaggio più corposo, sensuale, immediato - ma anche più sfuggente-, aprire una soglia su altri mondi possibili.
Cos’è accaduto, infine? Intesa o fraintendimento?

Federica Gregoratto, Irina Mattioli

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